Il professionista troverà un guardaroba adeguato ai suoi bisogni e alla sua personalità, con cui diffondere nell’ambiente l’eleganza emanata da un capo creato artigianalmente.
Raccontare cinquant’anni di storia di una sartoria da uomo vuol dire ripercorrere tante storie differenti: quella di una famiglia che ha fatto dell’artigianalità e dell’eleganza il suo motto, quella di una città sempre in movimento come Padova, e quella del costume tra stile intramontabile e mode passeggere. Proviamo a ripercorrerla, un passo alla volta, partendo dall’inizio.
Nella prima metà degli anni ’50, Silvano, quattordicenne, inizia il suo percorso nel laboratorio di sartoria dello zio Emilio. Questo, a due passi dall’allora casa di Famiglia, a Borgoricco, nella provincia padovana, sarà la prima scuola dove Silvano impara a riconoscere i tessuti e apprende i primi rudimenti della professione. Appena un anno dopo si confezionerà da solo il primo paio di pantaloni su misura.
Nel 1957, Silvano trova il primo vero lavoro: viene infatti assunto, insieme al fratello Dino, presso il laboratorio sartoriale Segato a Vigonza. Qui svolge la funzione di “primo aiuto” gestendo la produzione insieme ad altre sei persone: una responsabilità non da poco per un ragazzo poco più che diciassettenne.
A diciotto anni arriva la prima importante svolta. Silvano lascia il laboratorio di Vigonza, dove rimane il fratello Dino, e arriva in città, a Padova, dove incontra i maestri sarti che lo formano: Vangato dal 1959 al 1962, Giuseppe Capuzzo dal ’62 al ’63. Quattro anni intensi dove perfeziona la tecnica e ha modo di conoscere la città e coloro che la frequentano, imparando e facendo proprio il loro stile.
Verso la fine del 1963 arriva la seconda grande svolta: a 22 anni, sempre insieme al fratello Dino, rilevano da un vecchio sarto il laboratorio di sartoria, con tutte le macchine da cucire e i relativi clienti. É un piccolo laboratorio al terzo piano, un sottotetto in via Roma: al tempo le sartorie non avevano le vetrine sulla strada, accoglievano i clienti in appartamenti privati, aperti a tutte le ore in un’atmosfera d’altri tempi. Al tempo Silvano e Dino non potevano saperlo, ma quella sarà per oltre 50 anni, fino ai giorni nostri, la Sartoria F.lli Concolato.
La Sartoria, nel decennio che va dal 1963 al 1973, si è ormai fatta conoscere in città. Ha allargato la propria clientela e ha visto crescere il numero di persone impiegate: sono cinque i sarti presenti. Il laboratorio si sposta in uno spazio più grande, sempre in via Roma, un paio di numeri civici oltre.
In questo periodo via Roma è il centro commerciale della città, un boulevard dello shopping dove si susseguono boutique d’alta moda, pasticcerie, gioiellerie e pelliccerie e dove migliaia di persone passeggiano schivando le centinaia di autobus e automobili che percorrono la via per arrivare nelle piazze e al Caffè Pedrocchi.
Con la seconda metà degli anni ’70 iniziano le prime trasformazioni, e le sartorie iniziano a dover competere con le confezioni industriali. Cambia la cultura del vestire: la personalizzazione del prodotto e l’abito su misura iniziano a perdere terreno nei confronti dell’abito pronto.
É il 1976. Silvano e Dino comprendono il cambiamento in corso e si reinventano: nasce la boutique “Vogue 80”, sempre in via Roma, che apre all’abbigliamento, sempre da uomo, confezionato. Sartoria su misura e marchi selezionati ora convivono fianco a fianco.
Parallelamente iniziano le sfilate in città, al Caffè Pedrocchi, al Palazzo della Ragione e negli alberghi di Abano e Montegrotto Terme, e che dureranno fino a tutti gli anni ’90. Una clientela più internazionale, in prevalenza tedesca e russa, inizia a conoscere il valore del prodotto sartoriale della Sartoria Concolato.
Il pubblico della sartoria è molto cambiato in questo decennio, non parla più solo italiano, Silvano inizia a girare l’Europa con la partecipazione ai numerosi congressi mondiali dei sarti, promossi dai maggiori produttori di tessuti internazionali.
Negli anni 2000 la sartoria Concolato riceve numerosi riconoscimenti per la pluriennale esperienza, tra questi il riconoscimento e l’ingresso nell’Accademia Nazionale dei Sartori a Roma, e la Medaglia d’oro dell’Unione provinciale Artigiani.
Numerosi sono i clienti di rilievo che si sono succeduti in oltre cinquant’anni di attività, tra questi spicca sicuramente l’astrofisico Stephen Hawking che nel maggio 2006 contatta la Sartoria Concolato per il confezionamento di un abito su misura.
Oggi è Marco, figlio di Silvano, a raccogliere l’eredità della Sartoria e, anche grazie a qualche piccola innovazione digitale, a portarne avanti l’importante storia. Dare un nuovo valore al miglior saper fare sartoriale, offrire un prodotto di qualità eccelsa adeguato alle aspettative e allo stile personale del professionista: sono questi, oggi, gli obiettivi che la Sartoria Concolato si impegna a raggiungere.